La bellezza salverà il mondo.

Tano è ateo come sono io, ero in macchina infilato nel traffico, quando lo vidi entrare in chiesa. " In chiesa? Ma che entri a fare in chiesa?" Nel suo giardino, seduti, amici, insieme. " E' uno spazio diverso, non è solo il suo silenzio, è l'aria di cui è piena,lì è rimasto qualcosa di noi, delle nostre preghiere, del bisogno di ascoltare, quando esco sopporto la vita".
E' vero: affari, ambizioni, liti, invidie, fretta  spariscono, lì dentro vorrei essere io e Lui  e Lui potrei essere io, nei miei pensieri indefinibili,  in uno spazio pieno di ascolto, io sono qui, e Lui è lì, stiamo insieme, anche quando non ho niente da chiedere, abbandonato, arreso ad una verità che non ho trovato, all'importanza di essere vivo, non siamo più solo uomini, qui c'è altro, aiuto, conforto alla nostra disperazione, al senso inevitabile di solitudine. Non voglio che la mia vita sia tutta qui e basta, deve esserci altro, un motivo per continuare, grande, la grandezza di cui la mia anima ha fame.

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E' divisa in due. Sotto ci siamo noi,

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la nostra luce, la luce della città,  la nostra entrata è qui,  lasciamo il nostro caos, entriamo in un'aria ispessita dalla presenza impalpabile del nostro brancolare. Sopra il confine c'è Lui,

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diverso, potente, bellissimo, la luce è la sua, dal cielo, deve essere là in alto, dobbiamo alzare la testa per guardarlo, non è la vetrina di un negozio, il semaforo, il rumore della città, Lui è lassù, nella fastosa decorazione disegnata per simboleggiarlo nella sua perfezione,

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Lui è i nostri pensieri, come vorremmo essere, come siamo ogni tanto, come ci dimentichiamo di essere.
Siamo divisi, è una chiesa in cui Dio è lontano da noi, il prospetto è tagliato in due parti per questo, il monumentale ed il fantastico,

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semplice e decorato,
 
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basso alto, noi e Lui.

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Siamo così complicati! Maledizione, possibile che non riusciamo ad essere semplici, possibile che il pensiero non possa trovare una fine, la quiete in una soluzione definitiva?
E' la nostra insoddisfazione che dà spallate alla semplicità, siamo  insoddisfatti di tutto, anche di noi, cerchiamo di dare un senso al nostro viaggio.
Lascio la chiesa, entro in via Collegiata.
 
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Ora è la massa della navata e dell'abside che incombe su di me.
 - Ho visto crescere nella pietra un ciuffo di erba.
 - In un museo archeologico, un'anfora con delle conchiglie abbarbicate.
 - Nell'angolo fra l'abside e la navata, è cresciuto...un negozio.

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 A due piani, piano terra e primo piano.
Duecento  anni dopo la chiesa. Una violenza, un abusivo, una gemma architettonica.
A poche decine di metri, su via Etnea, la chiesa della Collegiata, preghiere, invocazioni, un Dio lontano e qui, cresciuta chi sa come, un negozio.
Nella chiesa si rilegge il Vangelo, sul prospetto di questa strana abitazione, rileggo un'eco:
 "La vita diventa un'opera d'arte, è lo scopo della vita, la vita è la prima e la maggiore delle arti, le altre non sono che un'introduzione", un cambiamento avvenuto in 200 anni, è la contestazione della chiesa, non più l'anelito verso un Dio sempre indifferente ma l'ideale di un'esistenza vissuta per essere goduta, circondandosi di opere d'arte, conversazioni colte e pigre, musica, l'amore del bello, in cui inutilità della vita e inutilità dell'Arte si identificano.
 Le finestre sono sinuose,

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disegnate da fluenti e lunghi capelli femminili

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che si confondono e  si congiungono con le decorazioni che si snodano quasi per caso, si librano lungo le pareti,
 

come il fumo di una sigaretta abbandonata in un raggio di sole,



visi di donna appaiono in alto in asse con le aperture, da cui parte tutto, capelli, sguardi di femmine"Dio? E chi è? Non se ne sente più il bisogno, Dio ora è l'uomo nuovo che trasforma tutto in occasione di lusso, abbandono alla  ricerca del bello".
 La morte, la provvisorietà  è dimenticata, vivere è un frutto da spremere, da bere fino all'ultima goccia, un'opera d'arte, un'illusione, una conchiglia abbarbicata, un abusivo, un'alternativa.
Non prego niente e nessuno, accolgo ogni giorno con l'amore di un collezionista, amando l'arte, con lo stessa passione, con la stessa competenza,  la stessa attenzione.
 Se essere è un'avventura inutile, l'inutile è la nuova  musa, l'elegante abbellimento che solo l'uomo può dare a se stesso.
 Dio è sostituito.
Il cielo non mi interessa, ne sono sceso, sono nella mia terra, Dio se c'è lasciamolo lì, da solo, non penso ad un'altra mia storia dopo la mia morte, ho solo questa,
guardo,
godo,
amo,
cerco,
 assoggetto ogni ora al mio piacere, alla mia pigrizia, al bello, all'arte, a me.
Nella Collegiata si leggono le parole di un uomo che hanno crocifisso,
 In questo progetto si è materializzata la filosofia  di un poeta che hanno ficcato in galera perché omosessuale.
 - L’uomo raggiunge la sua perfezione non attraverso quello che ha, e nemmeno attraverso quello che fa, ma in tutto e per tutto attraverso quello che è.                                                                                             
- La maggior parte delle persone esiste , per questo vivere è la cosa più rara del mondo.
- Farò della terra il mio cielo.
                                                    Oscar Wilde - Due anni di lavori forzati.


Il progetto della Collegiata è dell'architetto Angelo Italia, gesuita. Il prospetto è di Stefano Ittar. Fu costruita dopo il terremoto del 1693.

Il negozio Frigeri è stato progettato nel 1909 da Tommaso Malerba. La pianta acclusa nel testo è tratta dal volume di Antonio Rocca,  "Il Liberty a Catania".