La valigia

 
E’ bastata una sua telefonata per
trasformare in bei ricordi tutte le cretinate della mia vita .
 
 
- Pronto?Si sono io. Chi parla?
-“ …”
- Mi scusi – Solo un momento – Mi scusi - Mi siedo – Un momento solo.
-“ …”
- No per carità, l’aspettavo, speravo solo che lei, speravo solo, … mi scusi ho un poco di affanno,
che lei avesse ancora un poco di pazienza … lo so, lo so, ho 75 anni e lei di pazienza ne ha avuta
molta, ma sa dopo tanti anni mi sono abituato …
-“ … ?”
-Non rida, mi sono abituato ad essere vivo.
Ora …no no … mi rendo conto, certo certo, tanti miei amici se ne sono andati prima di me un sacco di amici, quasi tutti,
Lido aveva 21 anni , non riuscivano a trovarlo, era caduto 300 metri più sotto, ficcato fra i rovi, e Fabio lo stesso, la mamma voleva essere accompagnata, lui era stanco morto, lei ha insistito, Fabio incazzato correva come un pazzo e in una curva la vespa gli è scivolata sotto.E’ rimasto stecchito con la faccia spiaccicata contro un albero. Le urla della madre le hanno sentite fino in paese. 23 anni.
Lei era lì vero?
-“…”
Quando ha intenzione di venire?Va bene va bene, aspetto una sua telefonata. Come? Ah sì certo, la preparerò !
Comincerò a farla subito.
- A rivederla.
- Clic
Silenzio,
guarda il telefono, cade sulla poltrona, si sente stanco,
è una stanchezza che torna,
quando i ragazzi del WWF e della Lega Ambiente gli hanno sbeffeggiato il progetto di restauro di Villa Pacini, si sdraiò sui sedili della macchina e rimase così, sfinito, incapace di riaprire gli occhi, lasciarsi andare, tenere ancora gli occhi chiusi …fare la valigia, che significa? cosa ci metto dentro?pantofole, scarpe, giacca a vento …
potrebbe tornare fra un’ora, al massimo domani, non avrà bisogno di niente, mi troverà quando vuole, arriva,
nascondersi …
non risponde nessuno…e Lei riattacca a telefonare …
 
dovevo chiederlo, scusi cosa mi devo portare?
 
Non le interessa, a Lei interessa solo me - portati dietro quello che vuoi
… ricordi…
riempio la valigia di ricordi, non bei ricordi,
ricordi
, quello che mi è rimasto, ti ricordi, ti ricordi?vado in un nulla pieno di ricordi, in un vuoto pieno della mia vita.
 
 
Pronto, pronto mi scusi dottore vorrei notizie di mia moglie- architetto lei è diventato padre di un bel maschietto!-le donne che ho avuto…ora che ci penso ho avuto solo le loro apparenze, la loro realtà era un’altra, chissà, forse è stata una realtà che non mi ha interessato,
ho fatto soffrire un sacco di gente, donne, mia madre - forse dove vado capirò perché mi picchiava con tanto odio - la luna sul mare in quel peschereccio uccidendo pesce spada, solo io, solo mare, al buio, il rumore dell’acqua, in nome dei poteri conferitimi la nomino dottore in architettura, mio padre sdraiato sul marmo, non era morto -era ucciso- sarò così? i colori dell’Etna, quel giorno sentivo le foglie cadere,sbattevano sui rami, sulle foglie, e poi a terra, un tappeto di foglie, i miei scarponi sopra le foglie morte, cadute, il vento che arrivava da lontano, un rumore che si avvicinava, urtava contro gli alberi, contro le foglie, mi invadeva la faccia.,
questa casa, io e la mia casa, il temporaneo e l’effimero ,le nuvole strisciano il cielo dietro la cupola dei Minoriti, la mia ombra proiettata dalla luna nel mio terrazzino,una miscela fra il minimo e l’infinito, architettura e le nuvole,il temporaneo e l’immutabile, comincia a fare freddo me ne torno dentro, dove tutto è come me, cielo,nuvole, luna, stanno fuori e io, ora, sono al riparo, anche da me,una casa senza nessuno,solo io, dentro,
quel giornale a Parigi di notte,un soffio di vento e il foglio strusciando faceva rumore, sulla strada deserta, a Siena mi sono sentito come ora,
 
 
sentivo e non capivo ero solo, seduto, come ora, di fronte ad uno spazio abbandonato, erbacce, c’era qualcosa qualcuno, di fronte, vicino, fra quegli alberi, in quella casa abbandonata, dietro le finestre sfondate,
era Lei lì vicino a me?
 
percezioni, mi sono riempito la vita di percezioni, i barboni, come in uno specchio, quei barboni sono sempre stato io, con il loro cane, ribelli, barbuti, sporchi, e io come loro, dentro.
 
Lei mi troverà sempre-
 
questo film è dedicato a tutte le persone che fuggono-
sono fuggito da me stesso ma non ci siamo dimenticati - Lei di me io di Lei- cantieri, cantieri, cantieri, corse, stress, per dimenticare, ma sì vieni, ti aspetto.
 
Emozioni, - ribellioni … gli architetti,, hanno aperto due sindacati per far finta di non vedere le angherie che ci fanno ogni giorno, ambientalisti, commercianti, sindaci, commissioni
 
-sindacati acquattati acquattati-
 
“se ci ribelliamo possiamo chiudere i nostri studi”
 
- e allora che cazzo fai il sindacalista, stronzo!, sorridono sempre- i loro progetti sono come i loro sorrisi-
 
Afferra i braccioli della poltrona gli torna l’odio, lo stomaco vuoto di tutta quella merda che si è dovuto bere in 50 anni di lavoro.
 
Valigia? Che cazzo può capire la Morte di una vita, a Lei basta portarmi via, forse dovrei fare qualche telefonata, ancora cene? Ancora riunioni?
...l’India, odori, colori, quel granito rosa, che vestiva tutto, architetture fatte di spazi che si ficcano l’uno nell’altro, uomini, Uomini che hanno voluto, saputo, immaginare e fare,
l’acqua nella Birmania, palafitte nell’acqua, nell’abbandono, degrado – ho tutto nella pancia.
Domenica mio figlio fa 40 anni – complimenti architetto lei è padre di un bel maschietto di 40 anni.
 
Vieni pure. Valigia?
IO sono la valigia, sono una valigia strapiena e tu sei il vuoto - strapieno e vuoto.
 
Spesso ho avuto voglia di morire,ora ci sta pensando Lei, l’avrei fatto meglio io.
Ero … dove? Dove ero? non ricordo.
 
Vita, prima di nascere non sapevo cosa fosse.
“Mi scusi “
“Si?”
“C’è la possibilità di farla entrare nella vita”
“Vita?”
 
 
Il dolore che provo ora nel lasciarla prova che …è stata molto, …
molta
intensa, grande, tante cose.
“ Lei pensa che mi daranno la possibilità di ricordarla? “
-“…”
Non accende la luce, ormai è quasi buio, a quest’ora piazza Duomo è già illuminata,
anche l’orrore che proverò quando Lei mi porterà via sarà emozione,
ha gli occhi chiusi nel buio, indovina la stanza dalle sue ombre, il telefono è a portata di mano, la valigia è a terra, ai suoi piedi, aperta, vuota.
 
 
Emozioni … non ne avrò più.