Al faro Sant'Anna

 

13

Al faro Sant’Anna.

 

 

 

E' stato detto da un indiano Navaio:

 

" Povero uomo, bianco, ricco, in carriera, vaghi per le strade delle tue città con gli occhi spenti: hai smarrito anche il ricordo delle tue radici. Vieni da me uomo bianco, te le dò io le tue radici, sono come le mie".

 

 

 22

Ho il mare davanti, fra masse di pietra nera. Me ne ero dimenticato.

29

Ne faccio parte, c’è una parte di me che è rimasta, nonostante tutto, come allora quando la vita era scomoda e semplice. Dormire, uccidere, mangiare

Dentro di me non sono solo io, siamo in tanti, altri, l'altro che si incanta di fronte al mare, che ricorda, che annaspa, che non capisce, sradicato da come era.

Basta?

Ora, solo ora, so che ero fra le rocce, solo, nel rumore del mare.

30

Chissà quanta distruzione si è portata con sé tutto questo fiume di lava, precipitata da lassù. Dopo secoli, se ne sente ancora la forza della violenza di cui era fatta.

23

 

25

Entro nel mare e non sono più io, sono acqua, mi ci muovo, nuoto, mi lascio andare, guardo da quì la distesa di fichi d’india; tutto, intorno a me è selvaggio, lo sono anch’io ora, come quando ero fame e solitudine.

Materie così differenti si fondono fra loro, la roccia che si rispecchia nell’acqua alla base della collina ammantata dal furore lussureggiante delle pale dei fichi d’india.

12

 

19

Ho fatto l’architetto tutta la vita, cercando materie che si sposino fra di loro, la natura trova qui, un’armonia che mi conquista, componendo a caso, pietra nera, cielo azzurro, acqua blu, fiori verdi arrivati chissà da dove.

21

Un’antica torre di avvistamento fatta dall’uomo, non provoca fratture con l’ambiente, è fatta di un materiale violento, ed è in armonia.

1

 

2

 

7

Protetto dalla maschera, guardo sotto un silenzio fluttuante, poi guardo fuori, nuoto sotto, poi in superficie, mi siedo su uno scoglio affiorante, uno spettatore che chiede solo di dimenticare se stesso e di tornare quello che era, dentro, avvolto da un’armonia silenziosa.

Silenzio?

Il rumore dell’acqua che si trasforma in schiuma frangendosi contro gli scogli si trasforma nella serenità del silenzio.

33

Chi sono io? Uno spettatore? Un estraneo? Un ospite inatteso?

“ Se stessimo un poco zitti, forse riusciremmo a capire qualcosa” disse Fellini. Sto nel silenzio, uno strano silenzio, ascoltando, continuo a non capire, sto bene.

Torno a casa, in macchina, la mia pelle salata mi ricorda un momento, uno dei pochi momenti della mia vita in cui mi sono sentito in armonia con me stesso.

Certezze? Le ho perdute, forse non ne ho mai avute. Fra le rocce guardando il mare ho ritrovato il selvaggio che ero, poi sono tornato fra i semafori, sono fatto di opposti, infinito e marciapiedi, legami e libertà, ho una casa come me, non vedo l'ora di ripartire, di notte nel mio terrazzino di pochi metri quadrati, ho nel cuore l'infinito che ho respirato al Faro Sant'Anna e negli occhi mille bagliori di un cielo stellato: quì sotto dai miei pochi metri quadrati sono pieno di gioia di vivere  e    voglia di morire.

Catania fine Luglio 2011