Voi imbrattate i muri della nostra storia

Pubblicato su "La Sicilia" Sabato 21 Marzo 2009
 
 
Alcuni anni fa il Centro Storico era immerso in un silenzio di cimitero,come se questa parte della città fosse inabitata, di notte il suo isolamento ci intimoriva, forse perché era tale da facilitare possibili aggressioni o rapine senza testimoni.
Peccato perché di notte il fascino di questi prospetti, l'aria stessa che si respira in questi spazi si fissa nella nostra memoria, rimane in sentimenti e emozioni che non smettono di arricchirci.
Abito in via Penninello e ora la strada la sera è occupata da decine, alcune volte centinaia di ragazzi che stanno insieme seduti sui marciapiedi, lungo la scala, ridono, suonano la chitarra, vivacizzano un quartiere che amiamo tutti.
Vorrei che non se ne andassero più, che restassero con noi: il cimitero è una cosa e il Centro Storico un'altra.
Questi ragazzi però dovrebbero fare la pipì là dove comprano e consumano la birra, perché la mattina loro non ci sono e a noi rimangono i loro"odori".
Insegnavo restauro, ma non è solo questa la ragione per la quale quando vedo la superficie dei muri lungo la scalinata imbrattata dagli spruzzi colorati degli spray, scritte e disegni che testimoniano l'imbecillità degli autori, soffro, perché la considero una violenza, anzi una profanazione.
Non è tutto. La scalinata non viene pulita. Non so perché. Qual è la differenza fra via Etnea curata con estrema attenzione dalla Nettezza Urbana e il nostro quartiere? Mistero.
Ieri mattina è comparsa una scritta dal contenuto sicuramente estremistico, anzi volgare coseguentemente da rifiutare  ma che testimonia quanto noi tutti riteniamo ingiusta la mancanza di rispetto per la città in cui viviamo specie nell’ultima riga quando dice: "Voi imbrattate i muri della nostra storia".
E la storia è di tutti noi.
I ragazzi debbono restare, perché la loro allegria ci conforta, ma se i vigili urbani ( urbani?) ci aiutassero saremmo tutti un poco più contenti.
Ivo Celeschi