Il cimitero violentato.


Il cimitero violentato e trasformato in un parcheggio.Ovvero: la farsa dei vivi.


L'Accademia di Belle Arti era la scuola del fare. Con il permesso del Direttore del Cimitero restauravamo i gruppi scultorei, alcuni abbandonati.

Mentre assistevo i miei allievi, mi guardavo intorno: un giovane, 30, 35 anni veniva a trovare il padre,  e gli raccontava i suoi problemi, la sua vita, chiedeva aiuto, ad una fotografia che gli sorrideva.

Io so che lì  dentro non c'è più niente, niente per sempre.

 Li guardo parlare con loro, pulire le tombe e le loro foto, togliere le erbacce, sostituire i fiori e mi riempio ogni volta di tenerezza, per le illusioni, la fede che vuole che tutto continui, che spera che le nostre preghiere, la nostra presenza siano avvertite da chi non è più con noi.

Non vogliono nemmeno immaginare che ad un certo punto, tutto, tutto definitivamente finisca.

Il Camposanto è un luogo di tristezza, dove i ricordi ci tornano alla mente, i rancori si spengono, i rimorsi rimangono, sorprendendoci: perché non abbiamo parlato, perché non abbiamo capito, perché abbiamo sprecato tutto, abbiamo offeso, non abbiamo perdonato?

Luogo del silenzio, per fare rivivere,  per porre rimedio, chissà forse lì, senza di noi, si sentono più soli.

Follia. ( E se fosse vero )?

 Il cimitero è luogo di follia, ma è per questo che è anche luogo di Arte.

Ci sono tornato di Sabato.

Lo hanno violentato trasformandolo in un parcheggio.

Appena aprono i cancelli un'orgia di auto si infila, una dopo l'altra, a decine, in un paio di ore ne entrano abusivamente non meno di 250.

Se un vigile mi becca mentre in città non rispetto un divieto, mi aspetto sanzioni in proporzione ma nella città dei morti tutto è consentito: la signora parcheggia in doppia fila, esce, attraversa la strada, compra i fiori, rimette in moto, entra nonostante il divieto di transito, pone i fiori sulla tomba  del suo caro e se ne va.

" Hanno tutti le autorizzazioni"? -  " No"- mi risponde il vigile.

Ho visto delle persone anziane, fare fatica per entrare a piedi, altre che per uscire,si appiattiscono contro il muro per la paura di essere travolti.

Molto comodo, una comodità che in città non si sogna. Non ci sogniamo di lasciare la macchina adi fronte al Municipio, la Prefettura, la Provincia, la Polizia, i Carabinieri, la maggior parte degli alberghi e dei supermercati, la Pretura, il Palazzo di Giustizia, la Posta, la Banca.

 Anni fa lasciavano le auto anche nel giardino Bellini. Siamo riusciti a proibirlo, ma

nel cimitero no. Nel luogo che da sempre è di mestizia e di meditazione è permesso  lo spregio, l'abuso, l'intrusione, l'invasione, la violenza.

 Il divieto di transito è una farsa, i vigili che fanno finta di non vedere il corteo delle auto che entrano, sono una farsa, gli automobilisti che fanno finta di non vedere il divieto di transito ed il gruppo di vigili sono una farsa.

E' la farsa dei vivi, anche quando andiamo a trovare i nostri morti.

 

Ivo Celeschi

Pubblicato sul giornale La Sicilia del 28 Agosto 2010



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La Sicilia Venerdi 17 Settembre 2010


Mi domando: era così difficile organizzare prima il parcheggio scambiatore?