19/03 Anno del corona virus 2020.

Siamo nel pieno del Corona Virus. Torno a casa, ho il sacchetto della spesa. Arrivo alla Rinascente, giro da Via Etnea in Via ...C'è una negra, ha un negozio in testa, collanine, bracciali, che le penzolano davanti al viso, mi guarda, niente da fare non sono l'acquirente adatto. Passo avanti, non me ne ero accorto, a pochi passi c'è suo figlio, piccolo, un marmocchio  più nero della mamma. Mi  trottorella vicino, mi guarda con i suoi occhioni: "Non ho niente piccolo, mi dispiace". E' una mia fissazione,  i bambini (di qualsiasi colore) mi commuovono, anzi mi inteneriscono, (io so perchè). Il piccolo lo capisce, si avvicina e mi abbraccia le gambe, gli carezzo la testa, cerco la mamma, si è seduta su una panchina, stanca, l'espressione di una persono sfinita, il piccolo non mi molla, mi chino e gli dico perchè non vai dalla mamma? La mamma lo chiama, rassegnata.  Se arrivassero i carabinieri ora sicuramente mi sanzionerebbero, non ho mascherina, guanti, sono attaccato ad un bambino che continua a restare abbracciato alle mie gambe. Lo guardo dall'alto, chissà, forse, la figura, la mia, di un uomo, gli ricorda qualcuno, il padre? La mamma lo chiama ancora, lui mi lascia, trotterella verso la mamma e rimane lì, mi guardano tutte e due. Faccio loro con la mano un gesto di saluto e me ne vado. Possibile che abbia capito? Cosa? Che avrei voluto averlo vicino, abbracciato, ancora  un poco, solo un poco.