Ottavo corso di conduzione e counseling di gruppo – Catania – Relazione del seminario 23/24 Novembre 2019, condotto da Elena Morbidelli

Nella notte fra il 14 ed il 15 Gennaio 1968 si avvertì una forte scossa, alle 13,28. Continuò così fino al 15 Gennaio e poi fino al 25, 345 scosse. Gibellina ne fu distrutta. La storia della Sicilia è una storia di rottami e di ricostruzione. Sempre. Nel 1693, un terremoto, fin dall’inizio, spezzò il campanile della Cattedrale che si schiantò sulla navata. Rottami, di chiese, di case, del passato.

Chiamarono Burri a Gibellina, che realizzò il suo cretto, coprendo le macerie ,

Cretto di Burri

e chiamarono Vaccarini per la ricostruzione a Catania della Cattedrale, che sorse su i rottami della chiesa medioevale. Camminiamo su i rottami del nostro passato. Sapremo mai cosa c’è lì sotto? Capitelli, volte, statue, affreschi, altari, strutture, ho vissuto così, sulle macerie del  mio passato, le cose brutte, le cose belle, tentando di dimenticare, tentando di ricominciare, con la consapevolezza di quanto è stato, mettendo in opera la mia Volontà per capire chi sono stato, chi sono, rispondere ai perché: perché è successo e perché sono diventato, cercando di prevedere il mio futuro.

Ho viaggiato molto: quando parto mi esalto, intensifico le mie emozioni, scoprendo me stesso, viaggiando nel mio mondo interiore, apprezzandolo senza fermarmi mai e ricominciare al ritorno, senza affanno, cercando di ricostruire la Cattedrale che è in me.

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Nel deserto dell’Algeria, la sera, prima del buio, il capo carovana si inginocchiava, guardava diritto di fronte a sé, poi poggiava la fronte sulla sabbia e pregava. Pregava Dio senza avere bisogno di simulacri. Aveva tutto dentro. Ora che sono vecchio cerco di trovare anch’io il Dio che si nasconde nella mia anima: anche questa è una preghiera, un ponte fra me e la scintilla divina che è in tutti noi, tutti, santi ed ergastolani.

Approfondire per accettare me stesso, capire gli altri, capire me sconosciuto, senza dare retta al mio impulso di dominare.

 cefalu 06

Nella Cattedrale di Cefalù il Pantocratore rivela lo scritto delle sue parole:”Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita”. E poi:” Io fatto uomo, Io che ho creato l’uomo, sono il Redentore di chi ho creato, Io incarnato giudico la carne, Io Dio giudico i cuori”. Io, io, io. Forse è per questo che l’infinito che è in noi, stenta ad uscire alla luce, dalla sua segretezza: ho appaltato tutto a Lui, ci pensa Lui, più forte di me, onnipotente. Ma io allora che ruolo ho nella mia vita? Mi devo convincere che non c’è solo Lui, vorrei riuscire ad essere io la guida, l’auriga, il conduttore, (almeno averne l’illusione), grato per avere avuto la forza di esserlo, attuando un monitoraggio perseverante senza essere implacabile.

Olga Tokarczuk e1570715863112

Poche settimane fa hanno conferito i premi Nobel; il premio per la letteratura è stato vinto da una scrittrice polacca, Olga Tokarzuk. Il giornalista che ha avuto l’incarico di intervistarla le ha chiesto fra l’altro:” Lei ha già avuto altri premi precedentemente, qual è la ragione per cui ha scelto sempre la categoria del romanzo”? La risposta è stata di una semplicità disarmante, che però ha scatenato in me tutta una serie di considerazioni: “Tutte le nostre vite sono un romanzo”. E’ vero, mille cose, eventi, fatti, impegni, scelte, sbagli, decisioni, incontri che alla fine si unificano in UN romanzo, UN’unica storia. UNA finale visione di insieme, diverse energie che confluiscono, unità nella diversità, diversità nella unità, un’unità pulsante in cui ci trasformeremo,  alla fine.

Badia di santagata

Guardando con attenzione il prospetto della chiesa “La Badia di Sant’Agata” in Catania, leggo l’aspirazione ad una religione senza gerarchie, non più (come sempre) io dipendente, in ombra, conscio solo della mia solitudine e della Sua forza, non più io e Tu, ma NOI, l’evocazione di una religione di un Dio fatto uomo, come me, come noi, con noi per vivere insieme, e capire, e perdonare.

Abbiamo fatto con Elena un esercizio, quando è stata con  noi a Catania:

“Cosa si sta muovendo dentro di me?”

L’aspirazione ad una grande, sospirata quiete, una quiete in cui si adagiano finalmente le reazioni quotidiane agli stimoli che mi informano, mi colpiscono, arricchiscono, mi esaltano. Cos’è? Un desiderio di isolamento? Da cosa? Dal passato? Forse sono solo stanco. Sergio Endrigo nella sua canzone l’Arca di Noè, cantò,

“Che fatica essere uomini!”

Essere uomo non deve volere dire cedere all’eremita che è in me, ma tendere ad un punto di arrivo (che mi sfuggirà sempre), senza mai pretendere, senza mai condannare la mia vulnerabilità, trovando nell’altro un lato che io non ho. La mia mente si educherà al silenzio, la mia anima si quieterà dopo tanto rumore, e poi diventerò, andrò oltre, risponderò all’appello della vita.

Mi è stato chiesto come sarei, io, come conduttore. Lo sono già stato in un certo modo, dato che ho insegnato per 38 anni. So cosa significa essere uno sconosciuto a se stesso dopo essere stato  deformato per le  imposizioni  con cui hanno voluto “educarmi”. Solo da bambino? No sempre. Sembra che tutti sappiano come io devo diventare (come sono loro), e so di conseguenza che insegnare ha come scopo, entrare   nella vita, avendo conquistato fiducia in se stessi.

Autostima? Ci sentiamo inadatti, incerti, dubbiosi, essendo stato un architetto posso dire che ho progettato di tutto, ma ho dimenticato di progettare la mia vita, anche se ho approfittato e inseguito tutto quello che il caso mi ha proposto.

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Inadatto. Incerto. Dubbioso. Nel film “Il settimo sigillo” si narra di un crociato che torna. Vede una chiesa:  entra, non c’è nessuno. C’è un confessionale. Si inginocchia. “Dimmi” sente dall’interno:

” Io vorrei sapere, senza fede, senza ipotesi. Voglio la certezza. Voglio che Dio mi tenda la mano e scopra il suo volto nascosto e voglio che mi parli”.

“ Il suo silenzio non ti parla”?

“Lo chiamo e lo invoco, ma se lui non mi risponde , penso che lui non esista. Ma allora la vita non è che un vuoto senza fine. Nessuno può vivere sapendo di dover morire cadendo nel nulla “.

Una parte della potenzialità spirituale che è in me, è uscita allo scoperto senza che io me ne accorgessi, facendomi capire il messaggio dei muri. Il messaggio di tutto quello che è sepolto sotto la Cattedrale della mia città, ho imparato a leggere il romanzo che mi ha raccontato il Duomo di Siracusa, sento la tristezza dei contadini siciliani, costretti ad abbandonare la loro  casa, costruita con un amore infinito, per andare a cercare in Europa condizioni di vita e di lavoro migliori: case distrutte dal tempo, muri che mi raccontano, ora, la vita che lì dentro c’è stata.

Burri con  il suo cretto  ha coperto i rottami di Gibellina: il tempo, la pioggia ha spaccato qua e là questa massa di cemento bianco e da queste lacerazioni escono alla luce, trapelano pezzi di quello che era Gibellina. Rottami, macerie, la vita di una volta. Verrà tutto alla luce, tutto quello che sono diventato io dopo il terremoto della mia vita.

Uscirà tutto allo scoperto, e le rivelazioni continueranno ad arrivare, non metteranno mai. Parlavo e lei capiva perché ne aveva sete, ma mentre le parlavo io ero pieno di gratitudine. Ora so perché: piacevo a me stesso come non mi era mai successo. 

Paola Barale in una recente intervista, ha risposto:”Ho un buon rapporto con la solitudine”. Emily Dickinson:”Mi sentirei ancora più sola senza la mia solitudine”. Che ben venga la solitudine , momento di elaborazione di quanto la vita e gli altri mi hanno dato. Poi nascerà tutto da sé.

Ho scoperto il Servizio, credo sempre più nella strategia dell’incontro, anzi dell’ascolto. Forse c’è del bene in me e se c’è, potrei darlo  agli altri, con umiltà.

“Passerà”, canta Aleardo Baldi.

Ero in Banca, aspettavo il mio turno. Suona il cellulare di una signora che mi sta seduta di fronte. Risponde, ascolta e le spuntano lacrime. Mentre mi guarda, le dico: “Vedrà che passerà, è passata anche a me”. Mi ha sorriso.

Fine.

Ivo Celeschi. Via Penninello. 53- 95124 Catania.

095321420 – 3391569356.

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