Bambino accoltellato dal padre.

 E’ per questo che amo i bambini, sorrido loro: li uccidono senza che abbiano colpe, al di fuori del fatto che sono entrati nella vita, anche degli altri. Non è stato ucciso perché piangeva, li uccidono perché i grandi, genitori, nonni, tutti, sono pieni di dolore, delusi, stanchi, traditi, e incolpano chi è inerme, niente di più facile, sono i più indifesi, non capiranno mai perché gli schiaffi si abbattono sui loro visi, i colpi segnano di lividi i loro corpi. Possono solo piangere capiranno dopo la causa scatenante di tanta violenza: perché i grandi hanno i loro cazzi e da vigliacchi si accaniscono gratis, tanto nessuno saprà: un bambino a chi chiede aiuto se non sa ancora parlare, dove può scappare se non sa nemmeno camminare?

Chi li ha colpiti si sentiranno meglio dopo? Fino a quando? Non cambierà nulla, la mamma dovrà sopportare di non essere più amata o non può nemmeno sognare la professione per cui ha studiato, se il bambino è nato e lei non si interessa minimamente al marito, lui si sente dimenticato, follie che convincono che il grande problema è sempre lui, il bambino, che sta lì in attesa di tutto, mangiare, dormire, essere amato, occupa   lo spazio che era del tutto libero quando lui non c’era. E lo picchiano. O lo eliminano.

Se il bambino riesce nonostante a vivere, fargli del male non sarà più possibile, ma sarà per sempre un uomo diverso, irrequieto, difficile, intrattabile, sempre in difesa, inadatto.

Voglio loro bene per questo, perché gli uccidono la vita.

Chi li uccide, chi fa loro del male, sono stati da bambini odiati dai grandi.

Li odio.