Una signora garbata.

Una signora garbata.

 

Grande classe, vestita con costosa semplicità, serviva il tè con grazia, non una goccia di fuori, sorridendo, le guardavo le mani, piccole, paffute, lo smalto applicato alla perfezione. Ero incantato. Aveva 4 (quattro) gatti, tutti maschi, me l’hanno detto dopo, anzi l’ho capito.

 

Anni fa, mi sono comprato la casa, sotto di me abitavano due donne, madre e figlia, e 20 (venti) gatti. Non potevo tenere le finestre aperte tanto era insopportabile la puzza che veniva da lì sotto.

Lo raccontai a lei, e la signora mi chiese: ”Lei sente puzza qui nella mia casa”? “ No” risposi, “Anzi sento solo profumo”. In effetti i gatti, erano deliziosi, il pelo pettinato, un nastro colorato intorno al collo, ognuno aveva la sua cuccia, pulita, con il cuscino, dormicchiavano beati.

“Non puzzano perché li ho castrati”.

Ama molto i suoi gatti, la signora, li ama talmente tanto che gli ha fatto tagliare le palle. 

 

Sono andato l’altro ieri sera ad un party in riva al mare, un posto bellissimo, la luna piena riflessa sul mare, tre giovani, chitarra elettrica, chitarra basso, batteria, suonavano pezzi jazz, una serata affollata di donne, travolgenti, belle, ridenti, scollate con audacia, le gambe abbronzate scoperte all’inverosimile, i capelli vaporosi, che si aggiustavano ogni tanto, radiose, attraversavano il prato con lentezza sui loro tacchi alti, mangiavano con distacco.

 

Con i loro uomini.

Il viso stanco, sorridevano anche loro ma non con gli occhi, controfigure segretamente estraniate in un inspiegabile contrasto, la musica, l’ eleganza gioiosa delle loro donne, la loro noia dissimulata male, un avvilimento che gli disegnava la faccia..

In macchina al ritorno ho pensato che le signore non lo fanno solo ai gatti.